-IL COLERA-
-IL
COLERA-
-Vibrio
Cholerae in isolamento colturale da feci al microscopio ottico,
colorazione Gram-
Un'altra
malattia infettiva che ha colpito la popolazione castelnovese è
stata il colera.
Il
colera è una forma di enterite batterica provocata da un batterio
chiamato Vibrio
Cholerae.
In
breve questa malattia si manifesta con una violentissima diarrea,
caratterizzata da scariche abbondanti di feci liquide con aspetto
opalescente e maleodoranti (non è dissenteria: la dissenteria è
l'emissione di feci liquide frammiste al sangue provocata da altri
batteri diversi dal Vibrio Cholerae!).
Queste
scariche provocano nel paziente la perdita di grandi volumi di acqua
dall'intestino a causa di una tossina prodotta dal batterio, il che
provoca diminuzione della quantità di acqua corporea e nel sangue,
perciò il paziente sarà disidratato, avrà la pressione bassa
(ipotensione) e avrà alta frequenza cardiaca (tachicardia): questo
configura un quadro di shock ipovolemico che esita poi nella morte
del malato.
Si
pensi che anticamente si credeva di curare i pazienti somministrando
loro delle purghe che nei fatti dovevano estrarre, far espellere “il
veleno” dal corpo del paziente, ma che in realtà peggioravano la
diarrea e il paziente moriva più rapidamente.
Questo
accadeva perché si pensava che il colera fosse provocato da degli
individui poco raccomandabili che nei fatti avvelenavano le sorgenti
e i pozzi con delle polveri e di questi facevano parte: emarginati,
presunte fattucchiere, malati psichiatrici, gente normale che stava
antipatica a qualcuno: bastava infatti che il colera si manifestasse
e chi aveva dei sassolini in una scarpa poteva tranquillamente
denunciare “chicchessia” alle autorità perché indagassero
sull'odiato nemico e magari lo condannassero! Il che a Castelnuovo
non è successo con il colera, ma con il brigantaggio post-unitario e
le malattie psichiatriche sì, ma racconteremo ciò in altri
capitoli...
Una
fedele e bella descrizione del colera e dei suoi effetti in un paese
dell'Italia Meridionale dell' '800 la fa Giovanni Verga nelle sue novelle.
L'Autore
verista descrive di come arriva il colera in un paesino contadino
della Sicilia e ad un tratto i pozzi vengono sorvegliati dai soldati,
si istituisce il coprifuoco e chiunque venisse sorpreso per strada di
notte veniva arrestato tanto che anche per attingere l'acqua
bisognava essere sorvegliati dai soldati di cavalleria a pena di
essere arrestati e sospettati come “untori”!
Il
che non è accaduto a Castelnuovo, ma anche noi abbiamo avuto una
grande epidemia di colera che si inserisce in una epidemia molto più
grande che afflisse il Regno di Napoli tra il 1836 e il 1837.
Questa
epidemia durata dal 4 Agosto al 2 Ottobre del 1837 uccise 27 persone
a Castelnuovo.
La
maggioranza di queste erano individui tra i 30 e i 60 anni.
La
popolazione di Castelnuovo nel 1837 non era così ridotta come oggi e
molte delle vittime probabilmente attingevano l'acqua di cui bevevano
alla stessa fonte, considerando il fatto che il batterio che provoca
il colera vive nel suolo e si trasmette da un ospite all'altro per
via orofecale contaminando l'acqua o il cibo con le feci.
Chissà
forse a quel tempo si defecava ovunque ne avesse necessità oppure
probabilmente qualcuno andò a “farla” vicino a dove si attingeva
l'acqua potabile o presso i canali che la trasportavano in un punto
di raccolta.
Ciò
è sospettabile poiché in alcuni casi sono morte lo stesso giorno o
dall'oggi al domani membri delle stesse famiglie.(foto)
foto
- atto di morte di Felicia De Sanctis morta di Colera il 17 settembre 1837.
A
Santomenna, paese vicino, negli stessi giorni nessuno morì di
colera, pertanto il focolaio era circoscritto a Castelnuovo e fu
probabilmente provocato dalla contaminazione di acque sfruttate solo
da castelnovesi e infatti solo dei castelnovesi morirono.
Non
è un caso perché al tempo i medici fossero costretti a indicare la
causa di morte in caso di malattie infettive al sindaco che ne doveva
dare informazione al governo regio di Napoli! La denuncia delle malattie infettive diagnosticate è obbligatoria ancora oggi!
Sarebbe
interessante capire dove gli
antichi castelnovesi attigessero l'acqua, essendo che il paese antico non era dotato di fontane.
Ecco
i nomi delle vittime:
- Michelangelo Del Vecchio, 14 anni- 4 Agosto 1837
- Luca Pitoja, 50 anni -25 Agosto 1837;
- Maria Giuseppa Conte, 7 anni
- Geronima Del Vecchio, 40 anni- } madre e figlia, 4 settembre 1837;
- Erberto Del Vecchio, 50 anni- 4 settembre 1837
- Maria Custode, 30 anni- 4 settembre 1837
- Rosa Mastrodomenico, 30 anni
- Antonino Rosania, 75 anni } 7 e 8 sono morti entrambi il 5 settembre
- Anna Di Ruggiero, 59 anni- 6 settembre 1837
- Lisabetta Salandra, 30 anni
- Giuseppe Venutolo, 36 anni }10 e 11 morti entrambi il 7 settembre
- Catarina Di Filippo, 56 anni
- Rosa Bagarozza, 30 anni }12 e 13 morti il 10 settembre
- Rosa Di Ruggiero, 50 anni
- Vincenzo Del Vecchio, 73 anni }14 e 15 morti l'11 settembre
- Catarina Ricciulli, 43 anni
- Annamaria Bozza, 23 anni
- Giuseppe Del Vecchio, 73 anni } 16,17,18 morti il 12 settembre
- Catarina Mauriello, 46 anni-13 settembre 1837
- Lisabetta Del Vecchio, 57 anni-15 settembre 1837
- Giuseppe Di Santis, 49 anni-16 settembre 1837
- Maria Teresa Di Santis, 12 anni -17 settembre 1837
Giuseppe
e Maria Teresa sono padre e figlia
- Giuseppe Pugliese, 27 anni-18 settembre
- v(?) Berardinelli, donna, 51 anni
- Maria Forcella, 48 anni- } 24 e 25 sono morte entrambe il 21 settembre
- Giuseppe Di Ruggiero, 30 anni- 26 settembre 1837
- Tommasa Annichiarico 53 anni- 2 ottobre 1837
La
malattia colpì molte persone di varia estrazione sociale, e
ovviamente i contagiati furono in numero superiore, ma non ci è dato
di sapere quanti dei castelnovesi colpiti morirono rispetto al numero
di contagiati in quei 2 mesi circa di quella tremenda estate del
1837.
Il
picco epidemico si è avuto deduttivamente tra il 4 settembre (
giorno con più deceduti) e il 18 settembre 1837, giorni dove si è
passati da 2 morti al giorno quasi ogni giorno, ad un morto al giorno
ogni giorno, tra il 15 e il 18 settembre.
Poi
l'epidemia è scomparsa improvvisamente così come era comparsa in
agosto, il 2 ottobre del 1837.
Infatti
il primo decesso dopo l'epidemia lo si registra a metà ottobre del
1837 e da lì in poi i decessi furono al massimo 4 o 5, davvero un
numero di morti esiguo se paragoniamo il 1837 ad altri anni dell' 800
a Castelnuovo, se non fosse stato per il “morbo
cholera”.
Essendo
poi che l'incubazione del colera va da poche ore a 5 giorni, in media
3 giorni, vuol dire che l'epidemia iniziò a Castelnuovo intorno alla
terza decade di luglio: tra il 20 e il 31 luglio 1837.
Il
che è possibile affermarlo perchè non sempre chi viene contagiato
ha il destino segnato!
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