-LE MALATTIE MENTALI-
-LE
MALATTIE MENTALI-
Molti
falsi dotti ritengono che il padre della moderna psichiatria sia
Freud e anche molti medici la pensano allo stesso modo.
Purtroppo
essi non sanno, o lo sanno ma poiché fa moda parlare di Freud se ne
dimenticano, che il vero fondatore delle Scienze neuropsichiatriche
fu Jean Martin Charcot, uno dei più grandi clinici europei di fine
'800.
Grazie
a lui oggi si conosce la semeiotica e la distinzione clinica di molte
malattie neurologiche di cui oggi, in questi tempi dove la Medicina è
molto Molecolare e poco clinica, molte portano il suo nome.
Certo
è che nonostante Charcot, la psichiatria tra la fine del XIX e
inizio XX secolo non fosse così progredita come oggi.
Oggi
esistono complesse classificazioni delle malattie psichiatriche e se
ne riconosce anche la causa prima sfuggente: infatti il deficit o
l'eccesso di alcuni neurotrasmettitori sono la causa di alcuni
squilibri biochimici e di segnali nel cervello che nei fatti
determinano degli effetti a livello mentale ma anche una
sintomatologia fisica.
Sono
malattie a tutti gli effetti e riconoscendo in molti casi anche una
causa si usano anche dei farmaci per la terapia, anche se essi da
soli non raggiungono mai l'obiettivo della cura definitiva poiché
sarà anche la mente a dover essere curata secondo vari approcci come
ad esempio la terapia cognitivo comportamentale.
Un
tempo, dicevamo, o erano tutti pazzi e maniaci (i maschi) oppure
tutte isteriche (le donne).
Molti
scrittori antichi ed artisti parlavano della Follia come l'estremo
confine del Genio.
Tuttavia
oggi si sa che molti di questi artisti facessero uso di sostanze
stupefacenti che ne slatentizzavano le malattie psichiatriche (le
rivelavano-ndr.).
Il
popolino però, appena vi era qualcuno che avesse comportamenti
particolarmente bizzarri, non esitava insieme ai medici di parlare di
pazzi o di sciocchi del paese: lo stigma sociale nei confronti delle
patologie psichiatriche era la regola, i pazzi erano persone da
tenere lontane perché associate all'idea arcaica di malattia
contagiosa o di possessione demoniaca o di punizione divina.
Questa
idea di emarginazione dei malati psichiatrici esiste ed è viva
ancora oggi persino nei paesi come Castelnuovo.
Il
che lo si vede da determinati atteggiamenti di persone che nascondono
o ignorano di essere affetti da patologie psichiatriche anche lievi,
temendo solo l'emarginazione, la presa in giro e la cattiveria a cui
si vedrebbero esposti.
I
greci e i romani, tuttavia, ritenevano gli invasati come le Baccanti
o la Pizia come ispirate da un dio o in contatto con un dio e
godevano di molto rispetto ed invidia.
Purtroppo
lo stigma sociale arriva con il Cristianesimo che doveva additare
Sibille e Baccanti come possedute dal demonio.
Bastava
poco però perché qualche furbo nell' 800 denunciasse al sindaco o
ad un medico la “follia” di una persona particolarmente
esuberante a causa di invidie o antipatie, conscia del fatto che
sarebbe stata internata in una struttura speciale dove avrebbe
sofferto e forse sarebbe morta.
A
Castelnuovo, senza fare nomi, è successo anche questo!
Molti
tra la fine dell' 800 e l'inizio del '900 sono stati internati nel
manicomio di zona, quello di Nocera Inferiore, e molte persone
(specialmente uomini) morirono nel manicomio, magari solo perché
affetti da epilessia, malattia neurologica di nota causa che fino a
pochi anni fa si riteneva contagiosa.
Prove
reali di questi fatti e di queste carcerazioni le possiamo vedere nel
seguente documento (da cui sono stati omessi i nomi):
Questo
serve a far capire, specie a chi è giovane, che occorre liberarsi ed
esprimere il disagio che si prova a causa di certe situazioni.
Non
bisogna aver timore di ammettere di avere una crisi di panico o di
ansia, di star male.
Nessuno
deve sentirsi in dovere di non disturbare colui/colei i quali credono
di aver di fronte un “pazzo” ovvero una persona pericolosa, un
individuo da emarginare da cui è meglio stare alla larga.
Il
disagio come tale è un sentimento nobile descritto spesso nell'opera
degli artisti e degli scrittori: c'era disagio nell'opera di
Baudelaire! C'era disagio in Rosso Malpelo!! C'era disagio
nell'Urlo!! C'era disagio nell'opera di Van Gogh!! Era il tentativo
del romanzo e della pittura di indagare la tragedia e la condizione
umana. Di descrivere un Mondo e una Vita che oggi più di prima non
sono a misura di essere umano.
E'
umano colui il quale è consapevole delle proprie sofferenze e ne
prova disagio e s'adopera poi per sanare una frattura o una lesione
che può intaccare o squarciare l'animo a seconda della gravità
della causa.
Colui
che nega la propria sofferenza o le proprie debolezze non è un
individuo libero: è un vinto che talora con la violenza e la
prevaricazione persegue la distruzione altrui, poiché “mal comune
è mezzo gaudio” e talora sono loro i primi a stigmatizzare le
sofferenze altrui facendosene beffa, salvo poi strisciare per terra
come il serpente allorquando la malattia e la morte lo salutano dalla
finestra!
Sono
costoro che deridono i
semplici, i più
vulnerabili a ciò che i sensi hanno da offrire dall'analisi del
Mondo e della Vita, ed è dai confini della Vita e del Genio che
secondo i romantici nasce la Follia, così dai confini della
Sofferenza nascerà il Disagio.
Coloro
i quali si sono affacciati da quei confini e sono tornati indietro
sono i più forti adesso.
Che
il Disagio sia ragione di condivisione e di vicinanza tra noi, che
sia causa sublime della Guerra tra il Giusto e il maligno, tra
Oppressi e tiranni, tra Medico e Malattia.
Gloria
alle Vittime di questa guerra, sia stigma eterno per chi nega,
nasconde e deride!
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