Discorso di laurea per Nino,Fabrizio e Gerardo

Come detta la tramandata secolare tradizione goliardica,credo opportuno,stasera, pronunziare il discorso che celebra la vostra laurea e che rappresenta di fatto anche una sorta di riflessione sulla vita "che vi" (e "che ci") aspetta,celebrando cosi' tra l'altro ufficialmente la vostra entrata nel mondo del lavoro

(o meglio dei disoccupati come ha detto qualcuno :-) ... a questo punto e' meglio restare degli anonimi stronzi "d ' miezz' la via,senza art' ne part'" piuttosto che diventare dei "rispettabili" dottori ;-)... comunque,bando alle ciance e andiamo avanti):

"Carissimi Fabrizio, Gerardo e Nino,

amici, compagni di gioventu', fratelli ,

siamo qui questa sera, non solo per rivivere insieme ancora una volta i ricordi del liceo, della vita,delle Opere e dei Giorni,durante i quali siamo cresciuti allegramente lungo 5 anni.

Siamo qui anche per festeggiare e congratularci con voi del traguardo appena raggiunto:la laurea.

Quei giorni felici trascorsi al liceo mi tornano sovente alla memoria,anche quando sono immerso profondamente nei ragionamenti che competono i miei studi,e questi ricordi mi ispirano un sorriso, ma che non esprime esclusivamente ilarita' e gioia.

E' infatti,un sorriso ambiguo,come quello del Pierrot:da una parte da esso traspare gaiezza,ma contemporaneamente e' amaro come la nostalgia dei ricordi che il tempo inesorabile imprigiona nel grigiore del passato.

Fu cosi',credo e mi auguro,con tristezza e nostalgia,che ci lasciammo quel martedi' 17 giugno 2008,l'ultimo giorno di opulente risate, fatte insieme, prima di conseguire la maturita'.

L'ultimo giorno della spensieratezza tipica dei ragazzini del liceo.

Dopo la maturita' classica, si fece strada, gravissimo, il senso di incertezza, di paura nel futuro della vita, tipico di ognuno, acuito dalle parole dei genitori che ci invitavano o costringevano a intraprendere la via degli studi accademici.

Ognuno, chi a Legge, chi a Ingegneria, chi a Farmacia, chi a Medicina, chi a Economia, prese, incosciamente, costretto o meno, una strada.

Queste parole, questi pensieri, in verita', credo descrivano bene cio' che prova la vera matricola universitaria che si pone di fronte a una nuova realta' della vita, che il piu' delle volte si rivela amara come il veleno.

Avvengono qui tutti quei processi che portano dal bambino allo stadio embrionale che permettera' lo sviluppo di un vero uomo.

Naturalmente ognuno, sceglie di diventare uomo nella maniera, nel momento e nella misura in cui meglio crede.

Poiche' dicono che Dio ha donato ai viventi il libero arbitrio, per fortuna e purtroppo, sul quale Egli stesso non ha potere:ed ecco perche' l'uomo muore ed e' fesso,perche' puo' scegliere: il problema e' che non lo sa' fare.

Essere uomini non significa "andare con le donne".Essere uomo vuol dire produrre, eticamente qualcosa, prestare un servizio per il bene della societa' costituita e sopratutto per il bene delle persone che amiamo.

La laurea non rappresenta il "pezzo di carta", il passaporto, che rappresenta la garanzia di poter sopravvivere per lunghi anni, soddisfatti o meno, ma e' in realta' l'impegno che il giovane prende nei confronti della societa', la quale si prendera' la briga di segnare, d'ora in poi, i meriti e demeriti che caratterizzeranno la vostra vita come uomini, cittadini, mariti, padri, fratelli, amici e professionisti con tanto di libro mastro.

La societa',composta da benpensanti, si difendera' dai vostri demeriti che non dimentichera' tanto facilmente, e accettera' i vostri meriti,pero' misurandoli non senza errori metrici o scarsa valutazione.

A cio' c'e' una spiegazione: una delle grandi verita' degli sfortunati tempi in cui viviamo, oltre a quella che dice che :-"Tutti mentono"- (ndT quello che ho detto e diro' v'assicuro che non e' una menzogna)- , e' quella che spiega come le persone vivano in virtu' di un velenosissimo e patologico principio che recita:-"Ij' so' meglj' d' te sempre e comunque e tu, sempre e comunque,si un' malamend' ".

Vi prego davvero che non commetterete mai l'errore di vivere secondo la Verita' che vi ho descritto, che la dice lunga sulla Gente e su cio' che, sapendolo, dovrete e dovremo affrontare.

Valutate dunque analiticamente le vicende della vostra vita, senza pregiudizi e oggettivamente, cosicche' la Fortuna possa arridervi e possiate vivere una vita degna di essere vissuta.

Questa e' la via per arrivare alla "Pistis sophia", la Somma Scienza, utile in tutti gli ambiti della vita.

La Verita' citata prima, vi fa' comprendere che anche dopo la laurea gli esami non sono finiti.

La Vita stessa e' un esame,e sarebbe bello pensare che tutto finisca una volta morti sulla base di un perverso,ateo e catartico pensiero.Infatti cristianamente ci insegnano che dopo la morte saremo sottoposti ad un ulteriore, Sublime esame.Che stress.Un altro ancora.

Dunque vivere e' facile, morire forse e' facile, ma saper vivere e saper indi morire e' difficilissimo.

Quando in un futuro remoto, in una notte d'Agosto, con i rumori del vento, che vi trasportera' attraverso una finestra alle narici i fruttati e delicati profumi dell'estate, carezzandovi il corpo disteso muovendo le lenzuola di delicata seta, sapendo che nel letto in cui dormite vi sara' la dolce compagnia della donna che amate e che rendera' pieno il vostro corpo e il vostro spirito, riempiendovi il cuore di vita e calore, ormai soddisfatti, grazie ad essa, del bisogno d'amare, penserete al vissuto e ricorderete questo mio discorso (compiendo di fatto un esame!!), allora potrete chiedervi od affermare se avete saputo vivere.

Il tempo della spensieratezza dei vent'anni e' finito:

inizia un nuovo capitolo della vostra vita, ed e' proprio dalla laurea che inizierete a costruirvi, ripeto, una vita degna di essere vissuta.

Le decisioni ferme, ponderate, analitiche, dettate da bravura quanto da logica, siano il vostro Vangelo.

Il coraggio di affrontare l'infinita spirale del serpente della realta', sia il vostro sostegno.

Valgano per voi questi aforismi del Bushido, la Via della Spada giapponese:-"Se si passasse la vita a cercare la goccia di pioggia perfetta, non sarebbe una vita sprecata [...] Apprezza la vita in ogni cosa: in una tazza di the', in un fiore di ciliegio, nella donna che ami e nel nemico che uccidi[...]".

Questi sono i segreti della vita perfetta.Su queste fondamenta costruite la vostra dignita'.Sono questi i massimi obiettivi, l'uno per il professionista, e l'altro piu' in generale per l'uomo.

 

 

In alto i calici

Ad majora

 

"We are Brothers in Arms..."

 

 

 


Oliveto Citra, li' 27/12/2012,
                                                                                          VENUTOLO ELIO GIUSEPPE
                                                                                            

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